Progetto architettonico + allestimento: Piero Lissoni.

Dopo la presentazione in anteprima al pubblico sotto forma di cantiere con un’installazione visiva tridimensionale in occasione del FuoriSalone, ha aperto ufficialmente le sue porte il 6 ottobre il nuovo showroom Porro in via Visconti di Modrone 29 a Milano, confermando il suo concept di interior in perenne mutazione.

“Porro è un’azienda che ha sempre cercato di superare i propri limiti muovendosi, ogni volta, con uno spettro creativo diverso. Dopo quasi vent’anni in via Durini, abbiamo cambiato un’altra volta la regola: abbiamo deciso di spostarci in un luogo completamente inaspettato, molto visibile e con un’architettura particolarmente speciale”. Piero Lissoni, Art Director Porro “Quest’anno la Porro cambia casa e arriva tra via Visconti di Modrone e via Ronchetti, in uno spazio che è molto particolare, perché sta a cavallo tra una via ad alta percorrenza e una via segreta di Milano. È uno spazio che ha una doppia altezza, più livelli e ci dà la possibilità di fare un racconto architettonico, interpretando i nostri sistemi come delle vere e proprie architetture. Una full immersion nel design Porro, ma anche un punto di incontro con gli architetti per sviluppare insieme nuovi progetti tailor made”. Maria Porro, direttrice marketing e comunicazione Porro

Edificio dalla doppia anima, con le sue 6 vetrine ad alta visibilità inquadrate da colonne rivestite d’acciaio sulla centrale via Visconti di Modrone e i finestroni industriali sul retro che incorniciano la pedonale via Ronchetti, con scorci nascosti sulla vecchia Milano, il nuovo building offre infatti un interno articolato su più livelli ricco di possibilità progettuali tutte da esplorare: nuove sfide per la capacità sartoriale Porro di arredare spazi su misura con precisione artigianale, declinando la propria anima architettonica in inedite installazioni.

Il progetto architettonico di Piero Lissoni trasforma il nuovo showroom in una scatola bianca, pura e lineare, un luogo concettuale in cui accadono delle cose e le cui 6 vetrine diventano come monitor sulla città. Lo spazio si sviluppa su due piani con un soppalco al primo piano. Il vano scala diventa il fulcro dell’ambiente: un parallelepipedo le cui pareti sono rivestite di specchio a tutta altezza con il fondo opalino retroilluminato. La scala sospesa in lamiera bianca è come un nastro di origami. Al primo piano, il parapetto in lamiera stirata bianca che definisce i limiti del soppalco mantiene la trasparenza facendo dialogare gli spazi.

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